Diventiamo incapaci
Quarant'anni fa le moto erano rumorose e traballanti, pesanti e inaffidabili. Ma spesso che ci si sedeva sopra le conosceva. Intendo dire che ce ne si era sporcato le mani, aveva stretto qualche vite ballerina, aggiustato l'anticipo. Nonostante quindi la precarietà del mezzo ci si poteva inventare un viaggio in Russia e ritorno. Partire senza geolocalizzatori, senza calcoli dei tempi né dei chilometri, senza idee su dove fermarsi a dormire o trovare assistenza confidando eventualmente nella semplice presenza umana. C'era fiducia, una fiducia solida e sicura in sé e nel proprio ciclomotore.
Il filo di ferro nella borsa non sarebbe mancato nemmeno sulla classica isola deserta, insieme alla chiave del dieci.